Vittorio Lotito, il poeta calciatore. Quel gol realizzato a Nola direttamente su calcio d’angolo

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Pubblicato in Vecchie Glorie
Martedì, 24 Maggio 2016 16:13
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Lotito, insieme a Silipo, Geremicca, Petrucci, i crotonesi di quella formazione vincente composta da: Chirico, Brigante, Fini, Colangelo, Borgo, Silipo, Barbato, Lotito, Costa, Geremicca, Cavallaio. Allenatore Politzer, sostituito da Lamberti nel corso del campionato. Oltre alla formazione sopra citata, facevano parte anche:

 

Macri, Sgorlon, Dalla Gora, Valeni.

La carriera di Lotito come calciatore si svolge tutta a Crotone, inizialmente con l’A.S.S.I. di Michele Macirella; l’ALFI BOYS guidata da Pasquale Alfi. In seguito, passa nelle giovanili del Crotone e subito dopo in prima squadra per volere del tecnico Politzer .

Cosa ha comportato per un ragazzo, passare dal settore giovanile in prima squadra?

“Grande soddisfazione perché giocavo nella squadra della mia città e perché sapevo che si era allestita una formazione per vincere il campionato. L’incontro con altri giocatori già affermati in campo nazionale: Barbato, Valeni, Borgo, mi fecero sentire subito a mio agio, ciò mi fece crescere come calciatore. Prima Politzer, poi Lamberti, mi tennero in giusta considerazione, tant’è che giocai quasi tutti gli incontri”.

Come fu il debutto in prima squadra?

“Il debutto in campionato avvenne in occasione della trasferta di Nola. Non la dimenticherò mai perché coincise con la vittoria del Crotone, scaturita a pochi minuti dalla fine con un mio gol, realizzato direttamente su calcio d’angolo”.

Dal ritorno di Nola, come sei stato accolto dai tifosi?

“A quei tempi, oltre che giocare studiavo presso l’Istituto Guido Donegani. Quando il lunedì mi sono presentato in classe i miei compagni ed i professori, tifosi della squadra, mi hanno festeggiato. Allora non c’era la possibilità di vedere le partite in televisione ed ho dovuto descrivere com'è stato realizzato il gol, dopo, i festeggiamenti sono stati maggiori”.

Come finì il campionato?

“Con la promozione del Crotone in serie C. Per me quella promozione rappresenta lo scudetto di una squadra di serie. La medaglia che mi è stata consegnata per l’occasione dal presidente, on. Silvio Messinetti, la porto ancora appesa al collo.

Il campionato successivo, serie C, ho giocato diverse partite, motivi di studio mi hanno imposto una scelta, ho preferito conseguire il diploma di perito industriale anziché dedicarmi al calcio”.

Quindi hai abbandonato il calcio?

“Ho dovuto lasciare la serie C a causa delle lunghe trasferte che mi costringevano a delle continue assenze a scuola, non consentite a quei tempi. Ho continuato a giocare in promozione con il Cariati, dove venivo convocato con la rappresentativa calabra per disputare il trofeo Zanetti a Roma. In questa rappresentativa c’era anche Rizzo, mio sostituto, in seguito giocò con il Cagliari insieme a Riva ed anche con la Nazionale”.

Finito di giocare, sei rimasto nel mondo del calcio?

“No, dopo il diploma ho preferito inserirmi nel mondo del lavoro e mi sono trasferito a Brindisi in qualità di tecnico dove ho lavorato fino al giorno della pensione. Fu una scelta dettata dalla questione economica, poiché mi dava la possibilità di guadagnare di più. Seguo il Crotone da tifoso. Ho gioito, quando è andato per la prima volta in serie B e la stessa cosa è avvenuta con la seconda promozione”.

Da competente del calcio che segue il Crotone, come ti sembra la squadra?

“Ho fiducia nell’attuale squadra e nel tecnico per come la fa giocare. La serie B è un girone molto difficile, formato da squadre come: Torino, Verona, Piacenza, Vicenza, Catania, allestite per andare in serie A. In mezzo a queste, il Crotone si salverà con estrema facilità.

Letto 4625 volte Ultima modifica il Lunedì, 13 Giugno 2016 11:47

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