Fatalità o conferma di una difesa ballerina? Associare alla fatalità i risultati negativi del Crotone è cosa ingiusta e non veritiera. L’ultima sconfitta, quella subìta nella partita contro il Milan, è da addebitare solo ed esclusivamente alla difesa che continua a incassare gol perché lascia gli avversari nella più beata solitudine in area di rigore, consentendo loro di confezionare facili realizzazioni a rete. Altro che sindrome degli ultimi 15 minuti! Una sindrome, questa, di cui sembrano soffrire parecchie squadre e che invece è empiricamente spiegata: il match va sempre governato fino all’ultimo secondo e senza distrazioni. Non è possibile adagiarsi sull’eventualità che si è in vantaggio e, quindi si può pensare di aver già vinto la partita. In seria A ti castigano! Un’altra causa ricorrente nelle défaillance degli squali in campo risiede nel fatto che i crotoniati non trovano mai il cosiddetto gol sicurezza. Ne consegue che la difesa diventa sempre meno vigile e quindi pronta a sventare le minacce degli avversari. Al contrario, il reparto è sempre più vittima del gioco d’astuzia, della prontezza e della condizione fisica degli avversari che sanno invece ripartire e andare a segno. L’allenatore avrà pure le sue responsabilità, ma la ragione principale delle “beffe” subìte nei minuti finali sono tutte da attribuire a quanto accade in campo. È chiaro, anche se con lentezza, i pitagorici stanno migliorando. così come da previsione fatta a inizio stagione da mister Nicola, come per altro confermato dai tecnici avversari di turno, ma adesso urge fare in fretta se si vogliono raggiungere i risultati sperati. Per la conquista di punti utili alla salvezza, occorre senza giri di parole un “aiutino” di Natale da parte della società con l’arrivo di qualche rinforzo in difesa, a centrocampo e in attacco. Ed il Crotone di sicuro rimarrà in serie A per la gioia dei tifosi calabresi.